Controindicazioni…
Per quanto riguarda gli smartwatch, ad oggi in assenza di studi specifici, le uniche considerazioni da tenere in considerazione, sono in termini di livelli di esposizione. Per tanto gli unici effetti dimostrati sono quelli connessi alla conversione in calore dell’energia elettromagnetica assorbita dai tessuti del corpo umano, che in caso di livelli di esposizione molto elevati, può dare luogo ad aumenti di temperatura potenzialmente dannosi. Mentre per quanto riguarda tutte quelle sorgenti di campi elettromagnetici relativamente basse, come smartphone e smartwatch, parliamo di esposizioni molto inferiori alle soglie di effetto sopracitate.
La potenza elettromagnetica dello smartwatch
Uno smartwatch connesso, che comunica mediante connessioni Bluetooth o Wi-Fi, a differenza di uno smartphone, emette una potenza elettromagnetica bassa. Infatti il suo segnale deve arrivare a poche decine di centimetri di distanza dall’altro dispositivo. Mentre per quanto riguarda uno smartphone, la potenza elettromagnetica deve inviare segnali ad antenne fisse situate a chilometri di distanza. Detto questo e, ammesso che un rischio esista, quello determinato dall’uso di uno smartwatch sarà sicuramente molto inferiore a quello connesso dall’uso di uno smartphone (e qualsiasi altro telefono cellulare).
I nativi digitali sempre più connessi
Sempre più connessi ed interattivi, con tutti questi dispositivi a disposizione e ormai alla portata di tutti. Parliamo di tanti e diversi tipi di dispositivi intelligenti e connessi: smartwatch, pacemaker, guanti e visori per la realtà virtuale. Certo, aiutano, sono stati progettati per portare un valore aggiunto alla comunità globale, alla scienza, la medicina, lo sport, per non parlare del lavoro! ma c’è chi sostiene che il corpo umano è ormai a rischio. Facciamo qualche esempio: quando uno smartwatch rileva il battito cardiaco, lo fa mediante un sensore che comunica attraverso segnali elettromagnetici.
Favorevoli e sfavorevoli
Insomma, malgrado risultati scientifici dimostrino che questi campi siano di trasmissione ridotta, a bassa intensità per intenderci, c’è chi porta avanti una tesi diversa basata sostanzialmente sul rischio derivante da una lunga esposizione. Fortunatamente oggi la scienza e la tecnologia proseguono in un cammino di innovazione senza precedenti che, tutti ci auguriamo, possa portare risultati e dati confortanti, non solo a livello tecnologico, ma anche della salute dell’uomo.
C’è già chi pensa ad una tecnologia a bassissimo rischio
Alcuni ricercatori americani, per far fronte a questo tipo di problematiche, stanno sviluppando un tipo di tecnologia che consente di riprogrammare tutti i dispositivi connessi, con l’obiettivo di per farli comunicare senza bisogno di antenne o radiazioni esterne, ma addirittura sfruttando il corpo e la capacità conduttiva dei suoi tessuti. Sembra fantascienza; ma è solo un’ipotesi in via di sviluppo che potrebbe avere risvolti significativi.
Conclusioni
Cari amici, tutto sommato i dati sono confortanti. Vi ricordo che parliamo di dati emessi da ricerche avanzate e competenti, e del tutto consultabili su i vari siti di informazione. non mi resta altro che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo articolo dove cercheremo, come sempre, di dare consigli e dati ufficiali.